ATTUALITA' SCUOLA

#Perlanonpirla

Oggi desidero condividere con voi la testimonianza di Elisabetta, una mia amica di Villaverla (VI).

Vi invito a leggerla con profondità, come una lettera scritta da una vostra sorella maggiore… fidatevi e affidatevi…

“Mi chiamo Elisabetta, ho 26 anni, vivo a Villaverla. Sono un’insegnante di lettere e un’educatrice dei gruppi giovanissimi nella mia parrocchia. Sono una dei 27 ragazzi tra i 20 e i 30 anni che stanno facendo insieme quest’anno il cammino del Sichem, il percorso di ricerca vocazionale della nostra diocesi. Un anno in cui ci stiamo interrogando alla luce della Parola, per capire qual è il progetto di amore che Dio ha per noi.

Quale perla ho trovato io nella mia vita? 

Ci ho pensato tanto in queste settimane… Penso che questi giorni di tempo sospeso mi abbiano aiutata ad andare in profondità, a rileggere quello che ho vissuto fin qui, cercando e ritrovando i fili di bellezza che mi hanno accompagnata.

Credo che la risposta più vera che mi viene dal cuore sia questa: la perla che ho trovato è sentire su di me uno sguardo di Bene, intuire che la mia vita è preziosa agli occhi di Qualcuno. 

Non saprei bene dire da quando: direi che è stato ed è un cammino, una serie di passi che un po’ alla volta mi hanno portata ad essere quella che sono…  A sentire questo sguardo buono sulla mia vita.

Ora, guardandomi indietro, mi viene da dire che sono figlia di una storia fortunata di incroci e incontri. Sento che tutte le esperienze che ho vissuto in questi anni sono state un regalo bellissimo: ogni cosa che ho fatto, ogni persona che ho incontrato, mi ha aperto lo sguardo, mi ha aiutato a muovere dei passi in più… 

E ad un certo punto è stato chiaro, l’ho sentito chiaramente nel cuore. Mi sono sentita accarezzata dal Bene di Qualcuno di più grande.

Piano piano davvero ho imparato a respirare questo bene, a gustarlo in tutte le cose della mia vita. Non credo di aver vissuto nulla di particolarmente eclatante… Ma in fondo non sono tanto le cose in sé credo a fare la differenza ma il modo, gli occhi attraverso cui decidiamo di guardarle. Posso scegliere di pensare che tutto capiti per caso… Oppure posso scegliere di credere di far parte di un progetto, di essere chiamata a quel progetto. 

Io ho proprio intuito questo: che io faccio parte di un intreccio più grande, e che il mio piccolo filo, pur con tutti i suoi limiti e difetti, è necessario per quell’intreccio. Il mio filo, la mia vita, può rendere quell’intreccio ancora più bello… E c’è Qualcuno che crede nel valore del piccolo filo che sono, che mi accompagna… Che fa fiorire i miei sogni, che fa fiorire i desideri più veri che ho nel cuore. 

Sento di essere chiamata a una vita bellissima, piena, felice. 

E anche nei momenti difficili, più bui, in cui la strada non era chiara, e non capivo… Ho sempre sentito una carezza, che mi diceva “Non temere Betta”. 

Quella carezza più grande da cui mi sento avvolta passa in realtà dalle cose più semplici, da mille mani, situazioni, canzoni. Quando ti senti toccata da un Bene grande tutto diventa un regalo che ti è stato fatto: una perla che mi è stata messa tra le mani.

È una perla il mio lavoro di insegnante, che è bellissimo, e che mi fa credere ogni giorno che il domani sarà ancora più bello di oggi perché i ragazzi hanno nel cuore sogni e desideri bellissimi…

È una perla ciò che ho vissuto e vivo nella mia parrocchia, scoprire la bellezza del servizio come animatrice, e creare legami importanti, sentendomi parte di una comunità…

È una perla quello che ho vissuto per 10 mesi in Ecuador in una casa di accoglienza per bambini orfani e disabili: aver visto quanto poco serve nella vita per sorridere ed essere contenti, e scoprire che alle volte non basta fare, si può solo affidare.

È una perla il bene della mia famiglia. 

Sono una perla gli amici più cari che il Signore mi ha messo accanto nel corso degli anni.

È una perla vivere l’attesa. Attendere con fiducia, e capire che i tempi di Dio non sono mai i miei tempi. E intuire che forse proprio nell’attesa paziente maturano i frutti più belli…

Sono una perla perfino le mie ferite e debolezze, e Dio forse proprio per le mie crepe mi ama, proprio lì entra… E forse proprio per quelle fragilità posso essere amata anche da qualcun altro. Posso essere fragile. E posso essere amata.

È una perla la gioia piena che sento nel cuore, ora che qualcuno ha posato lo sguardo su di me.

Nei mesi che ho vissuto in Ecuador, nei momenti più difficili, cantavo sempre “Il canto dell’amore”, lo cantiamo spesso con il coro della mia parrocchia… Mi accompagna da sempre, ma forse avevo bisogno di allontanarmi per sentire un gusto diverso e capire che quella canzone parlava proprio a me, parla a ognuno di noi: “Tu sei prezioso ai miei occhi, vali più del più grande dei tesori… Io sarò con te, ovunque andrai”.

Non posso che essere grata di tutte le perle che ho trovato, e mi sento chiamata ogni giorno a rimettere in circolo almeno un po’ di tutto questo Bene che ho ricevuto, pur sentendomi tanto piccola… 

Nel fare l’elenco di tutte queste perle preziose che ho trovato mi chiedo come posso essere stata così fortunata nella mia vita. Davvero ci deve essere Qualcuno di grande che mi vuole bene lassù. Qualcuno che forse pensa che in fondo sono una perla anch’io.”

E tu, vuoi condividere una perla della tua vita? Ti senti una perla per qualcuno? Sei una perla per te stesso?

Il sogno è di creare UN’ONDA DI PENSIERI E VOCI da scambiare nel tempo in cui è bene raccogliere le perle preziose che danno valore alla nostra vita. 

Prof. Matteo Refosco

Suggerimenti multimediali:

Riflessioni di alcuni studenti dell’Einaudi:

  • Salve professore, so che non mi conosce però ho letto con interesse questa sua mail. Non so se i miei compagni le hanno mai fatto presente la mia “avversione” per le religioni, tuttavia non disprezzo coloro che hanno una fede, anzi semmai le invidio. Purtroppo o per fortuna ho sviluppato un pensiero per cui il “progetto divino” non sia che una giustificazione per non rendersi conto veramente di se stessi. Non biasimo chi ha trovato la fede in Dio, ma considero le religioni come un “ammorbidente per la vita”, mentre io desidero vivere consapevole di me stesso e delle capacità date dall’esperienza; il resto mi sembra ampliamente spiegato dalla scienza: quella che ritengo essere la mia Fede. Devo dire che mi dispiace non aver avuto il buonsenso di partecipare alle sue lezioni ma mi rendo conto che sarei spesso finito nel monopolizzare il discorso. In ogni caso la ringrazio per aver condiviso anche per me tutto quello che ha inviato, grazie.

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