SCUOLA

La nostalgia e le stagioni

Questa estate ho provato un senso di nostalgia come non mi era mai successo. 

Di solito la nostalgia affiora nei momenti in cui siamo da soli e la mente è libera di vagare e aprire tutti i cassetti impolverati della nostra memoria, riportando a galla avvenimenti felici e spensierati, ma che per contraddizione ora ci fanno soffrire.

Ecco, questa estate la mia nostalgia ha preso il sopravvento.
L’ultima settimana di agosto l’ho passata a fare l’animatrice per un camposcuola estivo a Canal San Bovo, un posto veramente adatto a chi ama la montagna: pareti rocciose a strapiombo, boschi verdi, mandrie di cavalli, malghe e aria fresca. Sarà stata l’atmosfera rilassante e il fatto che non c’era tempo di guardare il telefono, ma la mia testa ha preso a viaggiare da sola e sono ritornata a sette anni fa, quando io bambina trascorrevo una settimana al camposcuola come animata.

Quei momenti per me sono ancora vividi nei ricordi perché me li sono sempre goduti al 100%. Ero la classica bambina che si metteva in gioco in tutto, ogni sfida la coglieva al volo e non si lasciava il tempo di rimuginare sulle cose perché c’era già un nuovo gioco da vincere. 
Sono sempre stata molto competitiva e determinata, e queste due caratteristiche in un campo scuola senza genitori, circondata da amici, sono state la miccia per vivere quei momenti come felicità pura.
Mi sono talmente tanto affezionata al gruppo del camposcuola e agli animatori che per me passare da animata ad animatrice ha segnato la fine di un’era e il passaggio alla vita adulta!

Tuttavia, pensandoci meglio, non solo l’estate fa venire nostalgia. Sembra che in inverno non si veda l’ora di sentire il caldo, ma allo stesso tempo gli ultimi giorni d’estate sono a volte contagiati da pensieri su maglioni pelosi, cioccolata calda e luci di natale. Sbaglio forse?
Eppure, è un controsenso, perché una volta entrati nel pieno di settembre, vorremmo contattare Einstein e creare una maledetta macchina del tempo per rimangiarci quanto appena detto.

Penso che ogni stagione sia bellissima: basta saperla romanticizzare. L’autunno con i suoi colori caldi, i boschi come arcobaleni di fuoco e le prime settimane di scuola abbastanza spensierate.
Poi arriva l’inverno: i maglioni pelosi, la neve che ogni volta che cade sembra un miracolo e, neanche a dirlo, la magia del Natale.
Segue la primavera: i fiori che profumano di leggerezza e la brezza che non punge più il naso, ma scalda le guance.
Infine l’estate, la stagione più odiata e amata allo stesso tempo: l’abbronzatura che rende tutti più belli, ma allo stesso tempo il sudore che ci fa puzzare; gli outfit che coprono solo pochi lembi di pelle, le vacanze indimenticabili, gli amici inaspettati e gli addii più dolorosi.
Ogni stagione porta la propria malinconia. Per non farci abbattere da questa sensazione è importante continuare a vivere al meglio ogni nuova opportunità che ci capita, senza rimuginare sui ricordi felici, su quello che è stato e che non sarà più, pensando piuttosto al futuro, a quello che ci aspetta.

Settembre è passato. Per molti è un nuovo inizio, un percorso con mille opportunità nuove ed esperienze da vivere. Per altri, come me, è la fine di un importante capitolo della vita, fatto tanto di risate quanto di rimorsi.
Ogni giorno è una pagina vuota da riempire e il nostro libro ha ancora molto spazio, che chiede solo di essere occupato nel miglior modo possibile.

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