ATTUALITA' SCUOLA

Vita da tutor

Thomas Baggio e Giada Cecchin

La scelta della scuola superiore è un momento delicato per tutti. Si tratta di individuare il percorso più adatto per proiettarsi verso il mondo universitario o quello lavorativo. 

Da questo punto di vista, l’Istituto Tecnico Luigi Einaudi non fornisce semplicemente una delle tante possibilità di crescita culturale e di formazione professionale presenti nel territorio bassanese, ma è soprattutto un luogo di incontro poiché favorisce un insieme di relazioni. Lo studente che frequenta questa scuola viene quindi accompagnato nella sua crescita personale poiché ha la possibilità di intraprendere moltissime attività che offrono ad ognuno l’opportunità di mettersi in gioco.

Oggi vogliamo soffermarci su una in particolare, il Progetto Accoglienza delle classi prime e, nello specifico, sul compito dello studente tutor.

Si tratta di un progetto che consiste nel ricevere i ragazzi che affronteranno il primo anno. Per loro sarà una nuova esperienza, completamente differente da quella vissuta alle scuole medie. Lo studente tutor ha il ruolo di aiutare i nuovi iscritti ad ambientarsi, cercando di offrire loro supporto, comprensione e possibilità di trovare risposte ai loro dubbi.

Questa attività comporta grandi soddisfazioni e rafforza l’autostima. Infatti si rappresenta un punto di riferimento per i ragazzi, spesso spaesati all’inizio di questa avventura. In un certo senso si rivive il primo giorno di scuola a distanza di anni. Ciò permette di capire le ansie dei nuovi arrivati e di offrire il supporto necessario a superarle.

Fornire l’assistenza per agevolare il difficile processo di formazione del nuovo gruppo classe e dunque facilitare la creazione dei legami interpersonali, insegnare a gestire spazi e richiamare l’attenzione sull’importanza del rispetto delle regole, è un’impresa non priva di difficoltà. Non è facile farsi ascoltare dal momento che la differenza di età rispetto ai ragazzi che ci si trova di fronte è minima. A volte si rischia anche di perdere la pazienza perciò questo incarico richiede passione. Ma tutto questo impiego di energie risulta poi ampiamente ripagato quando ci si accorge che i ragazzi hanno colto l’insegnamento: proprio questo costituisce un richiamo alla responsabilità di ognuno ed agevola un “upgrade”, una maturazione.

Sarà molto bello e, soprattutto, soddisfacente nei mesi successivi incontrare nei corridoi della scuola gli studenti a cui si è fatto da tutor e vederli cresciuti, scambiare quattro chiacchiere con loro condividendo passioni, dubbi, problemi o fornendo semplici chiarimenti su alcune funzioni scolastiche.
L’incarico del tutor infatti non ha una fine: sarai riconosciuto dai tuoi ragazzi per l’operato svolto, e sarà possibile che nel corso dell’anno si affidino a te. Anche negli anni successivi verrai sempre considerato da loro, all’interno della scuola, come un esempio.

Non è un caso infatti che si scelga di diventare un consulente per gli altri. Spesso l’accoglienza ricevuta il primo giorno di scuola rimane positivamente impressa nella memoria. Si ricorda il proprio tutor e lo si ammira per il lavoro svolto. Ecco allora che la passione con cui questa attività è stata svolta ha avuto frutto stimolando la voglia di mettersi in gioco a propria volta. Si crea insomma un circolo virtuoso.

Diventare tutor e operare per i ragazzi significa riuscire a maturare una consapevolezza tale da sapere per certo che quando lascerai questa scuola, potrai farlo con serenità: al suo interno ci saranno persone che sapranno sicuramente come renderla sempre migliore.

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