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Veramente i social media non ci condizionano?

Con l’avvento e lo sviluppo dei nuovi mezzi di comunicazione, l’individuo si è trovato al centro di un incredibile flusso di informazioni. Sappiamo che Internet agisce con un meccanismo multi-direzionale: tante informazioni in entrata e tante informazioni in uscita. La domanda che mi pongo sempre più spesso è: quanto siamo veramente in grado di riflettere e agire incondizionati dal comportamento degli altri?

L’articolo 21 della Costituzione italiana sancisce la libertà di espressione e d’informazione: tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto o qualsiasi altro mezzo di diffusione. Nella società attuale, i mezzi di comunicazione sono tra i più molteplici: la radio, i social network, la televisione e i giornali. La competenza dell’individuo, perciò, sta nel comprendere quali informazioni sono veritiere e quali non lo sono, quali rappresentano la realtà e quali informazioni sono falsificate dalla percezione, dal pensiero politico o, più semplicemente, dall’ideologia dello scrittore. Proprio per questo, il consiglio che mi sento di fornire è quello di non dare nulla per scontato e di andare ad approfondire sempre le informazioni che ci vengono sottoposte. È proprio vero, dunque, che dalla consapevolezza nasce la libertà di scelta: la possibilità e la capacità di avere un proprio pensiero e una propria opinione.

Questo, tuttavia, si verifica molto raramente nei social-media. Questi mezzi di comunicazione, a mio avviso, ci impongono di indossare una maschera. “Guarda che bello quel nuovo filtro che ha inserito Instagram! Scatto la foto e non mi si vedono le imperfezioni della pelle!” o “Hai visto quel filtro che ti fa sembrare più magra? Lo userò sempre!” sono solo alcune delle frasi che spesso mi sono sentita dire. Questo è ciò che fanno i social network: falsificano la percezione che una persona ha di sé. E non c’è da stupirsi se solo poche persone provano ad essere diverse in questi mezzi di comunicazione: chi prova ad essere diverso viene penalizzato dall’algoritmo, ad esempio non ricevendo un alto numero di “Mi Piace” in un’ora. L’algoritmo di Instagram, quindi, non premia l’originalità ma ciò che genera più visualizzazioni e consenso. Personalmente, ritengo che il successo dei social stia proprio nella possibilità di dare agli altri un’immagine diversa da ciò che si è veramente. Il messaggio che molti giovani traggono da questo è che “omologarsi è meglio”.

A seguito di tutto questo, posso affermare che, in quanto giovane, anche io sono stata parte della massa anche se, recentemente, mi sono resa conto del fatto che è meglio essere sé stessi e non ricevere un numero di “Like” altissimo piuttosto che uniformarsi diventando “l’uno la fotocopia dell’altro”.

Per concludere, ribadisco il mio consiglio di rimanere fedeli a sé stessi, emozionarsi, vivere i momenti belli che la vita ci regala assaporando il dono di essere vivi e di provare emozioni che nessun “Mi Piace” dei social network sarà mai in grado di farci provare.

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