FILM

Il revisionismo storico colpisce e la Disney censura

Ebbene sì, è successo. La Disney, madre dei cartoni della nostra infanzia, ha censurato tre dei suoi più famosi figli. Sono giorni bui per Peter Pan, Dumbo e la famigliola degli Aristogatti.

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Walter Elias Disney, nasce nel lontano 1901, e con lui la fantastica idea di dare vita ad una serie di cartoni e film che renderanno migliore la vita di tutti i ragazzi del mondo. O così era l’idea, a quanto pare.

Infatti, nell’ultimo periodo, è sorta la notizia che tre dei colossi di tutta la storia cinematografica della Disney, sono stati censurati ai minori di sette anni e spostati nella sezione per gli adulti di ‘Disney plus’, a causa di contenuti poco istruttivi, stereotipi e messaggi razzisti (mancava solo ‘body shaming’ per terminare la cerchia delle evasioni morali, ma per ora nessun tipo di segnale).

Entrando nei dettagli, è sorto che Peter Pan avrebbe denigrato i nativi americani con il termine “pellirosse”, usato dal protagonista per identificare la Tribù del Giglio Tigrato, titolo successivamente risultato offensivo. Dumbo, con i versi di una canzone (E quando poi veniamo pagati, buttiamo via tutti i nostri soldi/sogni), avrebbe riso degli schiavi afroamericani e gli Aristogatti avrebbero offeso gravemente l’intera popolazione asiatica con la caricatura di Shun Gon, il gatto siamese con i denti spioventi e gli occhi a mandorla, della banda jazz.

La notizia ha creato un certo scalpore, e i fan di parte hanno fatto sentire la loro voce contro questa decisione (che si può dire, ha stupito anche i muri).

La motivazione pare sia nata dal politicamente corretto e dalla ragione di voler creare un futuro migliore e più inclusivo, senza denigrare e imparando dagli errori.

Il pensiero personale di una fanatica:

All’inizio sono rimasta abbastanza scioccata.

Il fatto che tre dei cartoni più importanti della storia cinematografica, sono stati censurati dopo anni e anni dalla nascita, al pubblico più piccolo (al quale erano indirizzati), mi ha provocato un certo basimento.

Che un’intera popolazione sia rimasta offesa dalla caricatura di Shun Gon, questo non può che rimanere un problema loro, perché se non si conosce il significato di “caricatura”, ovvero delineare i fattori più caratteristici di un volto/corpo, quindi in questo caso occhi a mandorla e denti spioventi, meglio farsi una ripassata del significato delle parole.

Capisco che può dare fastidio per un asiatico essere sempre visto quello con la mandorla negli occhi e le bacchette in mano, come può risultare offensivo per un italiano essere rappresentato con il mafioso che mangia pasta, ma per me bisogna capire che non è quella l’essenza del cartone.

Magari lo stereotipo c’è, ma non si può dire lo stesso per l’intenzione di offendere.

Che i produttori di Dumbo abbiamo voluto passare un messaggio discriminatorio …mmm. Sono certa che in un cartone di un’ora, dopo elefanti parlanti che volano, un bambino che vuole solo sognare di montare su uno di quei cosi, non si sofferma sulle parole di una canzone che sicuramente non avrà capito.

Per quanto riguarda Peter Pan invece, sapere che sia stato censurato per una parola, mi ha fatto solo ridere. “Pellirosse” è un termine nato dal fatto che delle popolazioni immigrate in America avessero la caratteristica di pitturarsi il corpo di rosso. Quindi non si può neanche affermare che sia un insulto dispregiativo, come dire che i cinesi sono gialli, era semplicemente un dato di fatto. Pelli-rosse perché si coloravano il corpo di rosso. Basta.

Poi, se un indigeno si sia lamentato proprio di questo cartone, dopo tanti anni dall’uscita… sinceramente gli direi datti una svegliata: dopo un ragazzo che rapisce bambini, gente che vola grazie alla polvere di una fata, altri bambini che combattono contro un pirata senza una mano, uno non si sofferma sul termine ‘pellirossa’.  

Come si può disilludere un bambino dal sogno di arrivare nell’Isola che non c’è?

E poi, se vogliamo aizzare la polemica, Cenerentola non passa un messaggio discriminatorio contro tutte le donne con i piedi troppo grandi/piccoli, dicendo quindi che non sono degne di un principe?

Per dire, avrebbe avuto più senso mettere il bollino rosso a ‘Leone il cane fifone’! Io sono ancora traumatizzata da quel cartone.

Se dici che un cartone è discriminatorio e razzista, io mi aspetto di trovare un film in cui le donne sono solo casalinghe sfruttate, i bambini di colore derisi e insultati e le nonnine picchiate. Sicuramente non gatti d’élite che ballano il jazz con quelli di strada, elefanti volanti e fatine un po’ isteriche che fanno volare le persone.

Solo chi sogna può volare

Peter Pan

E voi che ne pensate? La Disney ha ragione?

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