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La Shoah

Linda Bianchin

Cosa significa Shoah?

Il termine ebraico Shoah significa “distruzione, annientamento”. Dall’altra parte, il termine Olocausto significa invece “bruciato interamente”. Hitler e i nazisti realizzarono un programma di “purificazione razziale” che condusse al più grande genocidio della storia, lo sterminio pianificato e organizzato di sei milioni di ebrei. L’opera di “degiudaizzazione” fu già largamente realizzata alla fine degli anni trenta, nel programma di rendere l’intera Europa “purificata dagli ebrei”.

Perché è importante ricordarla?

Il 27 gennaio è la Giornata della Memoria. Durante questo giorno, ogni anno tutto il mondo coglie l’occasione per ricordare con commozione, pietà e compassione le tragedie avvenute durante l’olocausto Ma come mai si è scelta questa data per tale commemorazione? La decisione è stata presa davvero recentemente, nel 2005 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Infatti, il 27 gennaio del 1945 le truppe dell’Armata Rossa entrarono nei campi di concentramento di Auschwitz e liberarono i prigionieri rimasti. Questa data è diventata simbolica e rappresenta la fine di un logorante incubo che non deve essere dimenticato. Ogni anno il Giorno della Memoria ci motiva a reagire, a batterci per la verità, la libertà, la giustizia e la pace.

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Quello che non tutti sanno…

Hitler non ha mai visitato un campo di concentramento, neppure quelli di sterminio. Al contrario di Heinrich Himmler, capo delle SS, che dirigeva il sistema dei campi. Questo perché il Führer non voleva essere coinvolto pubblicamente nell’esecuzione dell’Olocausto.

L’azienda che forniva lo Zyklon B, il famigerato acido cianidrico usato nelle camere a gas, produce ancora pesticidi. L’agente tossico usato dai nazisti era nato come antiparassitario grazie al chimico Fritz Haber, che, ironia della sorte, era ebreo e fu perseguitato dal regime nazista.

I Nokmim erano un gruppo di “vendicatori ebrei” che dopo la seconda guerra mondiale volevano avvelenare l’acqua e uccidere 6 milioni di tedeschi. Tante quanto erano state le vittime della Shoah. Non potevano sopportare che nel 1949 soltanto 300 nazisti fossero dietro le sbarre. A loro, sarebbero da attribuire le morti sospette di diversi ex nazisti, trovati impiccati, strangolati, investiti o con del cherosene nel sangue.

Ad Auschwitz l’SS Franz Wunsch, uno dei supervisori del campo, si innamorò della prigioniera ebrea Helena Citronova e fece di tutto per salvarla. All’ultimo, riuscì ad evitarle la camera a gas e lo stesso fece quando arrivò sua sorella Roinka. Si dichiarò a Helena facendole avere dei biscotti e un biglietto con scritto “Mi sono innamorato di te”. Inizialmente lei non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi, lo odiava, ma col tempo riuscì ad affezionarsi. La storia, dopo la liberazione, non proseguì. Ma sia Helena che Roinka testimoniarono a favore di Wunsch.

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