SCUOLA

Strasburgo, tra Parlamento e pizze discutibili + intervista

Il 13 dicembre, una quarantina di ragazzi del nostro Istituto è partita in direzione Strasburgo, Francia, per un’esperienza unica, supportata dalla scuola e dai fondi europei. Di seguito il racconto, tra pizze senza pomodoro, architetture romantiche e interviste a personaggi di spicco del Parlamento Europeo.

Dopo 8 ore di viaggio, abbiamo raggiunto la meta. Ma è nella stessa serata che è iniziata l’avventura. Dopo aver lasciato i bagagli in hotel, situato ad Obernai, ci siamo diretti verso il centro di Strasburgo. Qui abbiamo fatto una cena a dir poco pessima (per dirvi, una pizza che sembrava una piadina senza pomodoro e con funghi), ma poi ci siamo rifatti grazie alla bellezza del bellissimo centro storico, addobbato a tema natalizio. Sembrava proprio di essere in un film! Per chi non lo sapesse, Strasburgo è la capitale europea del Natale. Ebbene, dalle foto in allegato capirete il perché. Abbiamo ammirato la cattedrale, bevuto la chocolat chaud e fatto un giro tra i bellissimi mercatini di Natale.

Il giorno seguente al nostro arrivo non abbiamo faticato troppo con camminate o visiste, anzi, con un bel giro in battello abbiamo attraversato il fiume Reno, da cui abbiamo potuto godere di fantastiche panoramiche e spot da fotografare. In aggiunta, abbiamo potuto selezionare una voce narrante per tutto il percorso, scoprendo storie sulla città, e ricevendo così delle cuffie totalmente gratuite 😉

Alla fine di questo breve ma intenso viaggio, ci siamo incamminati nella bianca Strasburgo (stava proprio nevicando!), per giungere finalmente alla sede del Parlamento Europeo dove è iniziato il nostro tour in questo maestoso edificio. Una tappa prevedeva anche di assistere a una seduta parlamentare, e non per dire… sono proprio aggressivi questi parlamentari! È stato incredibile essere presenti a un emiciclo parlamentare… chi l’avrebbe mai detto che avremmo potuto avere un’opportunità del genere grazie alla scuola e al nostro impegno nelle materie?

Anche alla fine di questa visita, il ritrovo è stato sempre nel solito ristorante per fare una cena ancora più deludente di quella precedente. Nonostante lo scontento, noi ragazzi abbiamo aspettato le “pietanze” guardando la partita Marocco-Francia e scherzando sulla bella giornata passata.

La mattina seguente siamo ripartiti e abbiamo attraversato la Francia e la Svizzera per tornare nella nostra amata Italia a mangiarci una vera pizza.

Che dire, a parte il cibo inquietante, sono stati dei giorni in cui abbiamo potuto sperimentare il nostro francese e inglese, facendo molte figuracce. Strasburgo ci ha sorpresi, nessuno si aspettava una città così romantica, un misto tra architetture francesi e tedesche, un accostamento che ci ha stupiti.

P.S. L’imprevisto di una sera:

In confidenza, vi raccontiamo che la prima sera arrivati in questa città nessuno si aspettava un freddo del genere! E cosa abbiamo fatto? Noi ragazze che stavamo facendo un giro nei dintorni, ci siamo rifugiate in un Hotel di lusso, il primo posto aperto che abbiamo trovato. Molte non erano convinte, ma una di noi ha preso l’iniziativa ed è entrata senza preamboli! Ci siamo rifugiate al caldo di un salottino e nessuno ci ha detto niente. Ad un certo punto sono entrate delle guardie francesi armate, credevamo fosse giunta la nostra fine e invece questi ci hanno salutate con un garbato “bonsoir” e sono andati per la loro strada. Provate a immaginarvi 6 ragazze vestite casual con giubbotti anti neve, sedute vicino a clienti con borse e vestiti firmati… da non credere.

Durante la visita al Parlamento europeo di Strasburgo, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare l’Onorevole Marco Zullo, un europarlamentare di nazionalità italiana. Di seguito l’intervista:

Preferisce più la sede di Strasburgo o di Bruxelles?

Dal punto di vista operativo preferisco quella di Bruxelles, più comoda, più grande e dotata di molti più spazi per poter discutere. A Strasburgo fisicamente mancano le aule per poter discutere. Secondo me, sarebbe meglio trasferire tutto a Bruxelles per una questione economica (si spostano un sacco di persone e materiale), ma anche per una questione di efficacia dal punto di vista lavorativo (spostare tutte queste persone una volta al mese è dispendioso dal punto di vista della qualità del lavoro).

Cosa ne pensa del bonus 18app?

In generale dare risorse ai giovani la trovò una cosa positiva. Bisogna però, quando si hanno queste risorse, utilizzarle nel modo più opportuno. 

Oltre alla carica di europarlamentare, ricopre qualche altra carica?

No, tutto il mio tempo è dedicato a quest’attività.

Che percorso di studi ha intrapreso?

Ho frequentato il liceo scientifico e poi ho conseguito una laurea triennale in Ingegneria a Padova (vecchio ordinamento).

Viaggia spesso? Se sì, quali sono state le sue destinazioni preferite?

Il mio lavoro mi porta a viaggiare spesso, soprattutto tra Italia, Belgio e Francia, ovviamente. Ma mi ha anche dato l’opportunità di fare missioni in Brasile, Cina e Stati Uniti. Al di là di questo, viaggio molto sul suolo nazionale.

È sempre stato il suo “sogno nel cassetto” diventare europarlamentare o aveva altre ambizioni?

No, non avevo assolutamente idea del fatto che sarei finito a fare questo lavoro. Ma è stata l’ambizione di fare qualcosa di attivo per cambiare la società a portarmi fino a qui. Infatti, anche prima di arrivare qui, mi dedicavo già all’attivismo.

L’Europa cosa fa nello specifico per i giovani?

Ricordo un programma importante e ampiamente conosciuto: l’Erasmus. Ma è importante menzionare anche tutti gli altri programmi che riguardano la mobilità in generale, aperti anche ai lavoratori, oltre che agli studenti.

Si lavora molto anche nell’ambito culturale, ma specifichiamo che i fondi europei non vengono utilizzati allo stesso modo dagli Stati membri. Quindi, non sempre la messa in opera è efficiente.

Ritiene che i giovani di oggi riescano a comprendere l’importanza dei valori sui quali si basa l’Unione Europea?

Io personalmente vedo che c’è una difficoltà generale nel comprendere; ma, appunto, generale dato anche dal problema della disillusione politica. Ricordate che un voto non equivale alla risoluzione di tutti i problemi.

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