Veronica Pontarollo
Saga – Benvenuti a scuola. Capitolo 3 di 3
Non so chi tu sia, men che meno che classe tu faccia, ma se sei in 1^ o 2^ e già pensi di aver sbagliato scuola e senti l’ansia di vivere che ti perseguita, beh io non ti dirò come stare meglio, però forse posso aiutarti a prendere una decisione.
Quindi eccoti un articolo completo di esperienza personale, lati positivi e negativi dell’Einaudi e consigli!
Detto sinceramente, io alle medie non avevo idea di che scuola scegliere, per me il percorso scolastico poteva finire in terza media. Neanche sapevo dell’esistenza dell’Einaudi. L’unica materia che mi piaceva era inglese (molto originale). Avevo passato cinque anni di elementari a sognare una fattoria di cavalli (non fate domande) e nel mio istituto dei sogni (nei sogni di una undicenne) si faceva equitazione, si parlava inglese, la vita era facile e c’era il bar gratis.
Non che a 14 anni il mondo poi si sia rivelato più chiaro, però l’Einaudi mi offriva le lingue trattate senza troppa oppressione, i viaggi studio, tante belle attività extra scolastiche e forse anche tanti bei ragazzi… ma forse questo non dovevo dirlo!
Questo almeno fino a due anni fa. Poi quest’anno (seconda superiore), ho scoperto una nuova passione, una materia che alle medie avevo già incontrato, ma a cui non avevo mai dato peso, ovvero Biologia. Così mi si è aperto un mondo. Università di tutti i tipi. Corsi in cui non so neanche cosa si studi, ma che mi ispirano al punto che vorrei cominciare l’università domani e… 1. Sto facendo un istituto tecnico. 2. Non farò più biologia per i prossimi 3 anni. Breve storia non molto allegra…
Alla fine cosa ho deciso?
Beh, di stare qui. In questo confortevole istituto che da fuori somiglia ad un mattone gigante.
Perché?:
- le attività extrascolastiche molto valide come il giornalino, i corsi di inglese, le gite organizzate nel giugno scorso, il tutoring, gli scambi culturali, lo studio assistito, le certificazioni, i tornei d’istituto e tantissime altre iniziative che quest’anno, causa covvidì, purtroppo sono saltate
- la difficoltà nello studio in generale varia da prof a prof, ma possiamo dire che è nella media, niente di facile, poco di troppo complicato
- i piccoli dettagli (annuario, lezioni all’aperto, corsi inglese, laboratori)
- belle persone, nessuna giungla di psicopatici
- i sondaggi che fa la preside per capire le nostre preferenze
- lo sportello ascolto (che non bisogna dare per scontato)
- rappresentanti sempre carismatici
- i recuperi organizzati bene per cui ognuno ha la propria seconda opportunità
- il fatto che durante i primi due anni studi tutte le materie per scoprire cosa ti piace
I difetti comunque ci sono sempre (non mi è mai piaciuto fare troppi complimenti), per cui, secondo me e alcuni amici che ho interpellato, sono:
- manca qualche ora dedicata a materie più umanistiche che, secondo alcuni, dovrebbero esserci in tutte le scuole
- non c’è mai il sapone in bagno
- non ci sono spazi verdi fuori da scuola
- non ci sono gli specchi in palestra (che è una lagna, ma su questo punto ci troviamo d’accordo TUTTE le ragazze della scuola)
- classi troppo numerose, in cui il caos e la rovina sono fattori che prima o poi si presentano
- l’aspetto esterno della scuola che sembra una scatoletta di sardine, Alcatraz o un manicomio, ma forse quest’ultimo più che per l’aspetto, per certi personaggi che ci sono dentro…
Però i miei consigli, se senti di aver sbagliato strada, sono semplici e ti obbligano a confrontarti con te stesso, quindi non prenderti a botte se pensi di aver sbagliato:
situazione A: Se la scuola che hai scelto non ti rappresenta per niente e le persone sono pessime, smettila di inventarti scuse, lascia stare i PRO che ti inventi solo perché hai paura di fare il grande passo e chiudendo gli occhi, lasciandoti andare a quello che vuoi veramente fare, CAMBIAAA. Per te stesso e per il tuo futuro.
situazione B : se le materie non ti piacciono e l’unico lato positivo sono gli amici, forse non vale la pena passare 5 anni d’inferno solo per stare vicino ai tuoi amichetti del cuore. Ok che l’amicizia non è una cosa scontata e a scuola forse è l’unico motivo di sopravvivenza, ma penso che sia meglio vivere invece che sopravvivere a scuola.
Mettere se stessi al primo posto e fare il meglio per noi. Gli amici faranno parte della tua vita lo stesso. (non penso che questo valga per tutti; infatti sarebbe bello se scriveste la vostra opinione nei commenti, così tutti potremmo imparare qualcosa dagli altri)
situazione C : senti parlare di quella scuola e vorresti andarci / hai il costante rimorso di non esserci andato. Hai almeno due anni per pensare a cosa fare. Secondo il mio parere, vale la pena perdere un anno se questo significa poi vivere una serena vita scolastica. L’anno scolastico lo perdi lo stesso quando vieni bocciato perché la scuola non ti piace! Per questo è più furbo prevenire che curare.
situazione D: Non sei sicuro? Perché un po’ ti piace la scuola, però anche no… e allora non sai che fare. Fai un anno di prova che poi avrai le idee più chiare. Ne ho conosciuti molti che dopo i primi due anni di scuola hanno cambiato, perché hanno capito che è inutile sprecare tempo. Si, è difficile dover perdere un anno a causa dell’indecisione, ma se questo significa 5 anni di assoluta spensieratezza, allora per l’ennesima volta ti dico che cambiare o perdere un anno di prova, vale la pena (info di servizio: lo sportello ascolto che offre la scuola e gli psicologi possono aiutarti alla grande!)