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Che cos’è il ddl Zan?

Il Ddl Zan, che prende il nome dal suo relatore Alessandro Zan, componente della comunità LGBTQ, è un disegno di legge che ha come oggetto: misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Come possiamo capire dalla descrizione, questa legge non è riferita solo ai componenti della comunità LGBTQ, ma anche alle donne e alle persone affette da disabilità.

Se il Senato approvasse il suddetto disegno di legge, in Italia sarebbero istituiti nuovi reati, l’istituzione di una giornata nazionale contro le discriminazioni il 17 maggio e l’assegnazione di 4 milioni di euro annuali da parte dello Stato per le iniziative contro il fenomeno della discriminazione.

Le pene a carico di chi viola questa legge sono: la reclusione fino a un anno e 6 mesi o una multa fino a 6000 euro per chi istiga o commette atti di discriminazione contro le categorie sopracitate, fino a 4 anni di reclusione per chi partecipa o favorisce organizzazioni, associazione e movimenti che hanno come scopo l’incitamento alla discriminazione o alla violenza sulle sopra accennate categorie.

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L’approvazione di questa legge è tuttavia ostacolata da alcuni partiti e movimenti politici che ritengono inutile una legge contro atti e manifestazioni discriminatorie basate sull’identità di genere e sessuale. Essi affermano inoltre che la tutela offerta dalla legge Mancino, che punisce reati e discorsi di odio legati alla nazionalità, all’etnia e alla religione sia sufficiente.

Alcuni di questi movimenti temono che in caso di approvazione, non sarà più concesso esprimere idee o pareri contrari alla comunità LGBT o contro le altre categorie protette da questo disegno di legge.
Tutto ciò non è corretto, infatti all’interno dello stesso è presente una clausola salva idee, che consentirà a chiunque di continuare ad esprimere liberamente la propria opinione!

Non possiamo tuttavia ignorare che in Italia, proprio come in altri stati, i membri di questa comunità – ma anche le donne ed i disabili – continuano ad essere oggetto di violenze e aggressioni.
La tutela ed il rispetto di queste categorie di persone è essenziale.

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