ATTUALITA' MUSICA

“Cantare le mie canzoni è uno strumento per veicolare tutto ciò che provo…” Giovanni Caccamo si racconta.

a cura di Sofia Pepe ed Elena Vettorello

Vincitore di Sanremo Giovani nel 2015, terzo posto a Sanremo nel 2016, abbiamo incontrato Giovanni Caccamo, durante una pausa della registrazione del suo nuovo album. Siamo emozionate di poter intervistare un giovane e talentuoso cantautore, primo artista in assoluto che viene ospitato nelle colonne de Il Pelapatate.

Giovanni, partiamo dalle tue origini artistiche: da dove viene l’ interesse per la musica?

La mia passione per la musica è sempre stata un po’ una necessità, prima come ascoltatore e poi nel tempo anche come “creatore” di nuovi brani. Dopo la morte di mio padre, la musica è stata per me un rifugio, un porto sicuro…ed ascoltare tanta musica mi aiutato a far passare questi anni complessi. A diciotto anni, invece, mi sono trasferito a Milano ed ho cominciato a studiare architettura: già sognavo di fare il cantautore ma non scrivevo ancora. Quindi, ho iniziato a studiare vari brani del cantautorato italiano per capire come funzionasse l’incastro tra parole e musica ed ecco che ho scritto le mie prime canzoni. È stato in quei mesi che ho capito che avrei potuto trasferire il mio vissuto e la mia emotività in canzoni inedite e la mia passione si è trasformata in vocazione, in una necessità. Per quattro anni ho cercato di farmi strada nel mondo dei cantautori italiani ma non mi hanno mai considerato finché, finalmente, a Donnalucata ho incontrato Franco Battiato. Per aspettarlo, ricordo di essermi appostato dietro ad un cespuglio per quattro ore, lui ascoltò il mio album: all’indomani mi richiamò, mostrando l’interesse di produrre il mio primo lavoro “L’indifferenza”. Da lì, ho aperto tutti i concerti del tour “Apriti sesamo”, iniziando così un percorso che poi si è evoluto sempre più. Con il tempo, è arrivata anche Caterina Caselli… insomma, è scattata l’unione di tante anime che ha contribuito a farmi arrivare fin qui, oggi.

Hai citato Franco Battiato, che cosa ti ha insegnato il Maestro?

Una delle cose più importanti che mi ha insegnato Battiato è stato il fatto di non avere mai l’arroganza di pretendere che arrivino canzoni nuove più forti ed ispirate rispetto alle altre. Nel senso che noi siamo solo un tramite fra terra e cielo, perché la canzone non è di chi la scrive, l’artista è un tramite: più il contenuto emotivo di una canzone è alto, meno ci appartiene. La saccenza e l’arroganza sono l’antitesi dell’arte, bisogna essere sempre molto umili e rimanere ancorati con i piedi per terra e la testa mobile e vigile.

Sei stato l’unico artista italiano ad esibirsi nel concerto online in occasione della Giornata Mondiale della Terra 2020. Cosa rappresenta per te la salvaguardia dell’ambiente?

C’è una frase molto bella di Papa Francesco che dice che “Non possiamo pretendere di essere sani in un mondo malato”. Le scelte che stiamo facendo sono delle scelte che prima o poi avremo pagato, anzi ne stiamo già pagando le conseguenze. Essere consapevoli del valore dell’universo, che è casa nostra, ed imparare ad averne rispetto è fondamentale per noi e per le generazioni future. Ritengo importante restituire in piccola parte ciò che abbiamo ricevuto e riceviamo quotidianamente dal mondo. Il sole, il mare e le meraviglie della natura che riescono sempre ad avvolgerci e ad abbracciarci, non sono cose scontate, sono tutti elementi che dipendono da quanto noi riusciamo a prenderci cura di loro.

Ti abbiamo conosciuto come tutor nel celebre talent “Amici” di Maria De Filippi. In quest’occasione, sei stato a contatto con vari ragazzi che sognavano di diventare cantanti. Che consigli hai dato loro?

Generalmente, consiglio a tutti, ma soprattutto ai ragazzi, di individuare la propria “fiamma” ovvero ricercare, domandarsi qual è quell’elemento che quotidianamente riesce a farci svegliare con la gioia di trascorrere un’altra giornata per raggiungere un obbiettivo. E’ importante aver chiaro qual è il nostro posto al mondo, qual è la nostra passione che più di ogni altra ci spinge ad oltrepassare ostacoli e sofferenze. Tutti i percorsi, sia professionali che umani, sono complicati e complessi e richiedono tanta fatica; la differenza la fa la quantità di passione e di volontà che noi abbiamo per raggiungere quell’obbiettivo. Quindi, più siamo convinti di voler fare una cosa, più siamo disposti a faticare e a metterci in gioco per il raggiungimento del nostro desiderio.

R: Che musica ascolta Giovanni Caccamo? Qual è la tua canzone preferita?

Ascolto veramente tanta musica! Se mi chiedessi dei nomi in particolare, potrei fare quelli di Philip Selway, i Bon Iver, Jon Hopkins, Ivano Fossati, Franco Battiato, Lucio Battisti ed Elisa che è un’artista che amo moltissimo. In generale, tutto il cantautorato italiano. Poi, ci sono tanti artisti internazionali, come Stromae, che sperimentano tanto anche a livello sonoro e sono per me dei riferimenti e delle ambizioni per riuscire a captare nuovi spunti. Invece, se dovessi scegliere una canzone in particolare, la mia preferita è “C’è tempo” di Ivano Fossati.

Giovanni, non ascolti musica lirica?

Diciamo che non è ancora arrivata questa fase della mia vita, ma sono certo che arriverà! Non so come dire… è come se avessi accanto uno scrigno pieno d’oro dal quale so che posso attingere; so che, prima o poi, arriverà il momento in cui lo aprirò e penserò: “Chissà perché non l’ho fatto prima!”. Finora posso dire che sono stato ipnotizzato da altro ma, sicuramente, mi avvicinerò anche a questo genere musicale.

Tre aggettivi che ti rappresentano.

Sensibile, autentico e tenace.

Quando scrivi una canzone, hai dei riferimenti letterari o poetici che ti aiutano nella stesura dei testi oppure segui una scrittura libera?

Le ispirazioni possono nascere da tanti elementi, la cosa fondamentale è essere curiosi. La curiosità per tutto ciò che ci circonda e che non conosciamo, a partire dalla visione di un film, dalla lettura di un libro… qualsiasi cosa può ispirarci nella scrittura di un nuovo brano. È un po’ un input ed output; nei momenti in cui l’ispirazione è scarsa, tuffarsi in letture, film, musei, ti porterà inevitabilmente ad esprimere tutte le emozioni in nuove canzoni.

Che cosa provi quando canti?

Mi sento al posto giusto. Sento di essere nato per scrivere, la scrittura è il mio centro. Come ho detto prima, io ho avuto la fortuna di aver trovato presto la mia “fiamma”, il motivo per cui mi alzo ogni giorno felice di quello che faccio. Sicuramente, cantare le mie canzoni è uno strumento per veicolare tutto ciò che provo e che mi aiuta a far accendere un dialogo tra me e gli altri.

Grazie di cuore a Giovanni Caccamo per il tempo dedicatoci!

Photo Credits: Studio Di Nardo

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1 commento

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