ATTUALITA' ECONOMIA

Recovery Fund: una grande occasione per il futuro di noi giovani

Se negli ultimi mesi avete avuto l’occasione di seguire i telegiornali o di leggere i quotidiani (anche online), vi sarà sicuramente capitato di sentir parlare di Recovery Fund. Probabilmente non vi siete ancora fatti una chiara idea di cosa sia e di quali implicazioni possa avere sul nostro futuro: facciamo un po’ di chiarezza.

Si legge su Il Sole 24 Ore:Il Recovery Fund, o Next Generation EU come lo ha battezzato la Commissione europea, è un nuovo strumento europeo per la ripresa approvato, dopo quattro giorni di negoziato, dal Consiglio europeo straordinario del 21 luglio 2020. I Capi di Stato e di governo europei hanno previsto di incrementare il bilancio su base temporanea tramite nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari per un ammontare pari a 750 miliardi di euro (390 di contributi a fondo perduto e 360 di prestiti).” Questo cosa significa concretamente? Significa che i vari Paesi europei avranno a disposizione ingenti risorse per finanziarie i propri piani al fine di superare la crisi pandemica ed avviare una stagione di sviluppo economico ma, soprattutto, sociale.

Tra tutti gli Stati europei, l’Italia è quella che beneficerà maggiormente del Recovery Fund. Il nostro Paese, infatti, avrà, a disposizione circa 209 miliardi di euro suddivisi in sovvenzioni (81,4 miliardi) e prestiti a tassi agevolati (127,4), quindi più di un quarto delle risorse totali. Bisogna tenere conto che una manovra finanziaria (la legge di bilancio che il Governo elabora ogni anno nella quale presenta gli obiettivi, gli strumenti e le risorse della propria politica economica) “media” in Italia si aggira di solito intorno ai 30-40 miliardi di euro. Questo, quindi, fa capire la mole di fondi che ci spetteranno e una domanda sorge spontanea: ma come verranno spesi?

Sul sito della Commissione Europa si legge: “Andando ad integrare gli sforzi nazionali, il bilancio dell’UE occupa una posizione privilegiata per dare equità alla ripresa socioeconomica, riparare e rilanciare il mercato unico, garantire condizioni di parità e sostenere quegli investimenti urgenti, in particolare nella transizione verde e digitale, che sono la chiave della prosperità e della resilienza dell’Europa in futuro.” Quindi l’UE, attraverso questo fondo, è intenzionata a sostenere gli Stati europei nel superamento della crisi legata al Covid-19, ma anche a creare le basi per uno sviluppo solido e duraturo che non si limiti a pochi anni, bensì vada a coprire un arco temporale più lungo, che comprenda anche le generazioni future.

I piani dei vari Paesi non saranno, però, elaborati dall’Unione Europea ma dovranno essere redatti dai singoli Governi europei che sono tenuti a presentare i propri programmi entro la fine di aprile 2021. Questi verranno visionati dalla Commissione Europea che deciderà se approvarli o meno e proporrà eventuali modifiche. Una volta ottenuto il via libera, si procederà allo stanziamento dei fondi che, va precisato, non arriveranno “tutti e subito”, bensì verranno distribuiti a tranche. Per tale motivo è indispensabile che il piano sia ben strutturato e comprenda obiettivi di lungo termine e, soprattutto, bipartisan, che mettano d’accordo sia la maggioranza che l’opposizione le quali devono capire che alcune riforme vanno al di là degli slogan dei singoli partiti e sono necessarie per l’intero sistema Paese. La rivoluzione digitale, la transizione verso forme rinnovabili di energia o l’abbattimento della disoccupazione giovanile non sono temi ideologici, ma obiettivi che l’Italia si deve dare come Stato, non come Governo. Si devono evitare i tipici “assalti alla diligenza” (ovvero la corsa dei partiti ad accaparrarsi le risorse disponibili per finanziare le misure legate al proprio programma politico in un’ottica di perenne campagna elettorale) a cui troppo spesso abbiamo assistito durante le ultime manovre finanziarie.

E qui, quindi, mi ricollego al titolo di questo articolo, ovvero al ruolo di noi giovani. Il Recovery Plan non è qualcosa di lontano da noi, anzi, è fondamentale per il futuro delle giovani generazioni perché dai suoi risultati dipenderà il nostro avvenire. Se questo fondo non dovesse essere sfruttato al meglio, se si dovessero sprecare le risorse stanziate e se il Governo non dovesse essere in grado di presentare alla Commissione Europea un piano soddisfacente, gli effetti potrebbe essere molto gravi, soprattutto per le giovani generazioni. Perchè il Recovery Fund o Next Generation EU (nome che, secondo me, più gli si addice, in quanto ne sottolinea l’importanza per le future generazioni) è funzionale al raggiungimento di uno sviluppo economico e sociale che nel nostro Paese da troppi anni manca. È indispensabile per la creazione di un circolo virtuoso di crescita per il quale l’Italia sarà in grado di combattere i suoi problemi ormai secolari, come la disoccupazione (soprattutto giovanile) e l’impoverimento generale, ma anche di portare avanti progetti di digitalizzazione e transizione energetica. 

Perchè senza riforme strutturali e un piano di sviluppo economico ambizioso, saremo noi giovani, le future generazioni, a pagare il prezzo più alto di questa crisi, a saldare il conto di un debito pubblico che nel 2021 raggiungerà la cifra record di 2.731 miliardi di euro, quasi il 160% del PIL.

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