Interviste Scienze e Tecnologia

Il teatro e i ragazzi d’oggi

L’intervista “Dietro le quinte” continua! E in questo articolo abbiamo voluto dividere un macro argomento interessante di cui abbiamo discusso con gli attori prima dello spettacolo, lo scorso 26 febbraio.

Leggi qui la prima parte dell’intervista!

Quali erano i vostri idoli da ragazzini? Hanno influenzato il vostro percorso di vita? 

(Maximilian Nisi)

“Io avevo gli idoli letterari, ad esempio ero innamorato di San Francesco, infatti a 17 anni volevo farmi frate, e poi autori, scrittori, pittori… non attori! Infatti se mi chiedi un attore che mi piace, ho difficoltà perché poi gli attori cambiano, però idoli erano personaggi letterari, […] è una bella libertà quella che io spero oggi abbiate ancora, perché purtroppo questo cellulare oggi ci ha portato via tantissimo… Che idoli avevi tu, Mario?”

(Mario Incudine)

“Sarò ripetitivo però io volevo essere come Modugno, perché Modugno è stato un inventore incredibile, ha inventato il teatro canzone, prima di Walt Disney ha fatto parlare gli animali per sottolineare vizi e virtù degli uomini; lui utilizzava gli animali per raccontare gli uomini, ha inventato la prima commedia musicale in Italia con Rinaldo In Campo, ha inventato la prima canzone d’autore con “Volare” cambiando la regola della canzone, cioè non più con l’apertura da opera romanza, ma comincia con una stessa nota che si ripete uguale per nove volte, non era mai successo. Lui nel ‘54 scardina l’argine della canzone e diventa “moderno”, poi recitava, cantava, ballava e io dicevo: -Da grande voglio diventare così!-

(Adriano Giraldi)

“Ho avuto un grande amore per Gianrico Tedeschi, il suo modo di stare in scena per me era straordinario, la sua asciuttezza… era un grande, è stato un modello per me”.

Da queste risposte ci siamo resi conto di quanto siano cambiati i tempi. All’epoca dei nostri genitori, gli idoli che un ragazzino poteva avere arrivavano da un membro della propria famiglia che faceva da esempio, dai libri (che non erano neanche tanti) dai personaggi televisivi. La TV ovviamente non era ricca di programmi come adesso: le figure di riferimento erano i conduttori più amati e gli attori che avevano lasciato un segno. La popolarità di questi personaggi passava per la radio del bar e per i giornali, strumenti meno di quelli attuali, quindi avere degli idoli era sicuramente meno comune. Bisognava essere curioso per conoscere cosa accadeva nel mondo.

Ora invece sarebbe strano se una persona affermasse di non avere idoli. La televisione presenta ogni giorno film diversi uno dall’altro. I social con gli influencer sono la nostra base da cui prendere spunto per avere un idolo, una passione da seguire. Le librerie traboccano di libri al cui interno troviamo personaggi in cui poterci immedesimare. 

Anche le aspirazioni dei bambini di oggi sono cambiate moltissimo. Sognano il tablet per poter giocare, chiedono l’ultimo modello di console e di app appena uscite. La tecnologia ha bruciato le tappe e le aspirazioni dei giovani oggi sono più materialiste che di sogni a lungo termine. Un ragazzino di oggi a 14 anni sogna un nuovo telefono prima di tutto.

Quale consiglio vi sentireste di dare ad una persona che vuole intraprendere il mondo del teatro?

(Maximilian Nisi)

“E’ un mestiere che stupisce, perché puoi superare un maestro in un batter d’occhio, non c’è una logica; prepararsi, studiare è molto importante, anche se hai un momento di fortuna dove qualcosa ti può aprire una strada, il talento è necessario coltivarlo perché bisogna essere pronti, bisogna saperlo mantenere quel momento di fortuna, altrimenti è una cosa che prende fuoco”.

Maximilian ci ha portato l’esempio di San Giovanni, un ragazzo che non è riuscito a mantenere il momento di grande popolarità e gloria che ha avuto e adesso è divelto, non sa che cosa deve fare della sua vita, ed è un peccato: avesse studiato, avesse fatto un percorso diverso da quello di Maria de Filippi (che è un reality), probabilmente avrebbe avuto i mezzi per poter gestire quest’arte, questa sua capacità. Però questo è un lavoro che se non è veicolato, può far male, quindi studiare, prepararsi, come ogni altra cosa: è una disciplina, come fare il panettiere, come un’attività sportiva.

Solo che il cantante studia, il musicista studia, il ballerino studia, “l’attore in Italia non si capisce per quale motivo, può andare lì e recitare”. Non è così: è una disciplina che va approfondita e studiata come tutte le altre. È una disciplina artistica anche quella, però pare che per alcuni non lo sia.

(Adriano Giraldi)

“Io mi ricordo quando ero alla scuola del Piccolo, ci davano una tesserina per accedere gratuitamente a tutti gli spettacoli nei vari teatri, poi con l’andare degli anni assisti a dei provini, anche di ragazzi che sono appena usciti da un’accademia o da una scuola teatrale, dici: -Cosa hai visto al teatro… vai al teatro?’. Molti di questi studiano, vogliono fare gli attori, ma non vanno al teatro. È fondamentale andare al teatro, vedere tanti spettacoli, belli, brutti, è fondamentale vedere come funziona, cosa ti piace di più, ti formi un gusto, però devi vedere tanta roba e studiare la storia del teatro. Vedere anche film di registi che magari non ci sono più, di attori e spettacoli passati.”

Adriano Giraldi qui ci vuole dire che è davvero molto importante andare a teatro, se si vuole intraprendere questa carriera, appunto per capire il mondo del teatro e saperne qualcosa in più su attori e registi passati e presenti. Crearsi una cultura e un gusto personali.

(Maximilian Nisi)

“Io ho parlato qualche settimana fa con un ragazzo che vuole fare l’attore. Parlavamo e gli chiedo se sapesse chi era Corrado Pani. Mi guarda e fa: -‘Corrado Pani… Corrado Pani… ah sì, Corrado Pani è un’accademia.’ Corrado Pani è un grandissimo attore, che ormai non c’è più da vent’anni; non è che è un attore dell’Ottocento. Un altro esempio, Fedez che ha detto (a muschio selvaggio): -Ma chi cavolo è Strehler?- e lo dice lui che è milanese… Strehler è stato un regista grandissimo. A Milano c’è una fermata, il Teatro Strehler, c’è la metropolitana, sarà passato lì centinaia di volte… non è il fatto che tu non sappia chi sia Strehler perché, per carità… ma il fatto che tu dia per scontato che sia possibile non saperlo, è grave. Abbiamo una tradizione che va rispettata, va conosciuta e va approfondita. Poteva dire: -Scusatemi, io non so chi sia Strehler. Ammetto di essere ignorante-. Avrebbe fatto comunque più bella figura piuttosto che farsi una risata e dire: -Ma chi cavolo è Strehler?-”

Conclusione

Cosa si può dire di tutto quello che è stato detto sul teatro?! Sicuramente questa arte ha la capacità di trasportare il pubblico in mondi fantastici e far riflettere sulle varie sfumature della vita; è grazie ad attori come questi, e ai vari registi, scenografi, scrittori, che il teatro continua a vivere e a incantare il pubblico.

Che sia una commedia o un dramma, il teatro ci ricorda l’importanza della narrazione dal vivo, faccia a faccia, da attore a pubblico; come un’interazione magica tra questi due, che non smette mai di sorprendere ed emozionare.

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