SCUOLA

Una chiacchiera su scuola, ragazzi e futuro con Enrico Galiano

Intervista a cura di Veronica Pontarollo e Noemi Mortillaro

Per noi del Pelapatate fare un’intervista ad uno scrittore e professore così amato dai giovani, a nome della scuola e degli studenti è stato un grande onore. Abbiamo incontrato Enrico Galiano a novembre, in occasione dello spettacolo organizzato dall’Associazione “ Essere mamme a Bassano“, in cui ha messo in scena “Prof, posso andare in bagno” . Con lui abbiamo discusso della sua esperienza di professore, del sistema scolastico di oggi e soprattutto di noi studenti. Un’intervista illuminante e leggera, da non perdere!

1.      Tra professori e studenti deve rimanere un certo distacco, per non perdere credibilità o possono diventare buoni amici?

Per gli antichi greci la filosofia nasce come “filia”. Già la parola amicizia si trova dentro la filosofia, che era il modo in cui gli antichi greci chiamavano la conoscenza, lo studiare. Quindi non è possibile ottenere nessun tipo di apprendimento se non c’è una relazione tra studente e insegnante. Poi il modo in cui la relazione si stabilisce dipende dal carattere di entrambi, ma una forma di filia ci deve essere altrimenti il massimo che puoi ottenere è che lo studente impari le cose a memoria senza aver alcuna partecipazione emotiva.

2.      Quando sono entrata in classe il primo giorno di medie, ho trovato scritto alla lavagna dal professore di italiano “benvenuti stronzetti, sedetevi”. Lei come si presenta ai suoi nuovi studenti?

Il modo migliore per essere un insegnante per me è rimanere me stesso senza avere maschere: sono esattamente come mi vedi adesso, senza grossi cambiamenti dovuti al ruolo, alla rigidità. Ottengo ottimi risultati essendo banalmente me stesso. Però non scrivo stronzetti!

3.      Ad Enrico Galiano “scrittore” vorremmo chiedere se è stato difficile trovare il suo spazio nei libri per noi adolescenti che siamo così diversi e complicati?

Comunicare con voi è sempre molto complicato perché rivendicate un vostro spazio dove è giusto che l’adulto non entri. Provare ad entrare in quello spazio per vedere cosa succede dentro è un rischio: o ne esci fuori che hai scritto un sacco di cavolate, oppure certi si ritrovano in quello che scrivi. Fino ad ora ho avuto un ottimo riscontro dai ragazzi. Personalmente dipende dal fatto che ci vivo in mezzo, in contatto con i miei studenti, ma ad esempio oggi sono stato in altre scuole… essere continuamente in contatto mi aiuta.

4.      Per comprendere e descrivere noi ragazzi nei suoi libri, pensa a come era lei da giovane?

“Questo termine di paragone è molto efficace, perché cerco di non dimenticarmi mai come è difficile il mestiere di avere 16 anni. A noi adulti capita che ci dipingiamo un passato che non è vero. Come quando diciamo la frase: “Alla tua età ho fatto le mie cavolate, ma sempre usando la testa!” È una bugia! Perché l’adolescenza è perdere la testa, non avere più controllo delle emozioni. Fa parte di questo periodo della vita, e non dimenticarselo mai è il primo punto per riuscire a dialogare con voi”

Inoltre eravamo molto curiosi di conoscere la opinione di Enrico su due temi molto importanti che toccano noi studenti e di cui si discute ogni giorno: il dilemma di chi non sa cosa fare del proprio futuro e ha sbagliato scuola, e l’ansia perenne che ci perseguita quando entriamo in classe. 

Galiano è stato molto illuminante su questi punti. La prima cosa che ci ha risposto è: “Così si fa. Sbagliando. Perché è sbagliando tanto che uno capisce cosa invece non va. Se uno pensa di fare al primo colpo tutto perfetto, il grande rischio è non sapere cosa c’è dall’altra parte e il mondo è troppo grande per pensare di percorrere una sola strada e fare subito quella giusta”. In questa intervista abbiamo capito che cercare di fare sempre perfetto è noioso e controproducente perchè non ci fa conoscere quello che vogliamo davvero. 

Inoltre Galiano ci ricorda di non preoccuparci se si cade, anche se è ovvio che cadere fa male, ma ribadisce che fa parte del gioco. Siamo consapevoli di aver sbagliato scuola? Prova da un’altra parte e così trovi quella giusta: è così che capiamo cosa non è giusto per noi e cosa invece potrebbe esserlo.

5.      Ansia: davvero è solo un grande freno?

L’ansia serve anche come spinta, ma non lo dico io, lo dicono scienziati, gli psicologi… l’ansia ha una sua valenza positiva che si può usare a proprio vantaggio, certo! Perché l’ansia mette in moto l’organismo, ti tiene il corpo acceso, in modalità “pronti”. Galiano inoltre ci ricorda: Perché siamo ansiosi prima di uno spettacolo teatrale? Perché il nostro corpo sta facendo il pieno di energie, ci sta preparando. Ovviamente sappiamo che non è una sensazione positiva, è fastidiosa, ma incanalarla e pilotarla diventa un nostro punto forza, grazie all’esercizio. 

Ci consiglia infatti di fare teatro, che serve tantissimo: ti obbliga a salire sul palco, ma ti fa vedere che ce la puoi fare, e così quando ci riesci, anche se dopo provi ansia in altre situazioni (interrogazioni, presentazioni…) capisci che è qualcosa che puoi gestire meglio.

incanalare l’ansia

11. Le piace più essere uno scrittore o un professore?

Sono due mestieri tremendamente distanti e uguali. La grande differenza è che l’insegnamento è tutto uno “stare in mezzo ai ragazzi” invece nella scrittura ti isoli lì nella tua soffitta, stai lì e ti crei il mondo. Sono uguali perché in entrambi i casi tu tiri fuori qualcosa da qualcuno. Mi spiego: lo scrittore, quando tu leggi un romanzo, ti sta tirando fuori qualcosa che era già dentro di te, senti che ti fa pensare o immaginare. Per esempio se lui ti dice: “In quella strada c’era un albero” ti tira fuori l’albero che tu hai voluto vedere in quella scena, ce lo metti tu, non lo ha messo lui. E’ quindi un continuo tirare fuori, e ovviamente insegnare è “tutto tirare fuori”, è prendere quello che qualcuno ha dentro e portarlo alla luce.

Grazie a questa serena conversazione con il prof. Galiano, siamo riusciti a comprendere meglio gli studenti come individui diversi e complicati, e il loro rapporto con i professori. è stata una conoscenza che ci è servita da spunto per trattare molti argomenti che vedrete nei prossimi articoli, quindi rimanete attivi!

Vi ricordiamo inoltre che Enrico Galiano non è solo un prof. ma uno scrittore che ha raggiunto i cuori di moltissime persone, quindi non fatevi perdere l’occasione e scopritelo anche voi!!

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