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Debate, una palestra per la mente

Dal 26 al 30 Aprile, a Bardonecchia, si sono svolte le Olimpiadi Nazionali di Debate, nelle quali si sono scontrate 20 squadre, vincitrici delle selezioni regionali e rappresentanti delle regioni e province autonome italiane.
In rappresentanza della regione Veneto ha partecipato la squadra dell’istituto tecnico Einaudi di Bassano del Grappa, composta da Giuliano Bisinella, Fatoumata Fall, Giona Lunardon e Giulia Pasquetti.

1. In che cosa consiste il Debate?
Il Debate è essenzialmente un dibattito regolamentato tra due squadre, le quali sono chiamate a sostenere la posizione favorevole o contraria rispetto ad una data “mozione”, un argomento o topico (es. quest’assemblea ritiene che la Corte Penale Internazionale dovrebbe rendere perseguibile il reato di Ecocidio) il quale può inerire a diversi ambiti che spaziano dall’ambientale al giuridico, dall’economico al sociale.
Le due squadre dispongono di quattro momenti ciascuna, distinti e alterni, suddivisi tra i tre componenti, uno dei quali sarà tenuto a sostenere l’onere della replica, intervento conclusivo volto a dimostrare la superiorità delle proprie argomentazioni su quelle della squadra avversaria.

2. Qual è il suo valore? In che modo contribuisce a “formare” e “acquisire competenze?
Il Debate è una vera e propria “Palestra della mente” che insegna anzitutto a sostenere o confutare una tesi, argomentando in modo logicamente corretto.
Dibattere significa sostenere un principio attraverso il ragionamento logico, imparando a giudicare sulla base di criteri di validità e correttezza.
Dibattere significa sostenere una tesi o il suo contrario, portando esempi ed evidenze fondate e sicure.
Dibattere significa studiare in maniera approfondita un argomento, anche attraverso una valida ricerca documentale che sappia riconoscere l’autorevolezza di uno studio e di una fonte.
Dibattere significa fare dell’ascolto l’arma più forte, fare attenzione alla voce dell’altro, comprendere un pensiero e discorso contrario, per poterne poi trovare la giusta confutazione.
Ma dibattere significa soprattutto lavorare in team, imparare a fare squadra perché – come si dice
– “Nessuno di noi è intelligente quanto tutti noi messi assieme

3. Che clima si respirava nelle gare nazionali?
È difficile descrivere le emozioni che abbiamo provato durante l’intero percorso perché cambiavano continuamente.
Prima della gara eravamo tutti tesi, concentrati ma anche nervosi;
Durante i dibattiti rimaneva la concentrazione e la voglia di dare il meglio di sé; Alla fine del match, invece, le squadre coinvolte abbassavano la guardia e si concedevano un periodo di incontro e di scambio, in attesa della restituzione dei giudici.
Durante i momenti comuni quali pranzi, cene, karaoke o cinema, si respirava un’aria carica di sensazioni positive, di socialità e divertimento. Ragazze e ragazzi provenienti da tutte le regioni d’Italia potevano mangiare, cantare, ballare e divertirsi insieme.

E non possiamo non analizzare quanto successo in privato, nelle stanze di coach e dibattenti, un susseguirsi di emozioni e di occasioni di crescita per tutti. Per non parlare del clima che ha circondato noi ragazzi e coach del Veneto. I minuti duravano ore, i giorni settimane, le notti – invece – passavano in un minuto.
Dall’esterno è difficile comprendere tutto questo.
Mi permetto di dire che un’esperienza che bisogna vivere in prima persona per poterla comprendere fino in fondo.

4. Perché consiglieresti ai tuoi compagni di partecipare a questa esperienza?
In primo luogo per le possibilità di crescita dal punto di vista relazionale che questa esperienza offre. L’aspetto relazionale è infatti una cosa che abbiamo vissuto più intensamente tutti in questo periodo, ci siamo confrontati con altri ragazzi, abbiamo chiacchierato, abbiamo discusso, riso e pianto, ma tutto questo ha contribuito a formare dei veri debater, che sanno riconoscere la posizione dell’altro, immedesimandosi o discostandosi da essa, e soprattutto imparando a difendere la propria posizione con la ragione ma anche con il cuore.

In secondo luogo, ma non per importanza, consiglierei quest’esperienza a chi ha voglia di crescere perché, attraverso il dibattito ed il confronto, si può venire a conoscenza dei propri limiti e punti di forza, per imparare a sfruttarli a proprio vantaggio. Significativi in questo senso sono stati i
momenti di restituzione da parte dei giudici che, per quanto obiettivi e imparziali, hanno aiutato a comprendere quali fossero le potenzialità di ciascuno e a individuare gli aspetti su cui lavorare in vista di un miglioramento autentico.


Perché nel Debate si migliora, si migliora sempre, di dibattito in dibattito si cresce in maniera esponenziale, come singoli ma anche come gruppo, squadra, Team.
Direi che “miglioramento e crescita” costituiscono l’essenza, la “chiave di volta dell’intero sistema”.

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